Tuesday, November 29, 2005

Definizioni: oggi sul foglio noi della Rosa del Pugno veniamo definiti come "rosapugnati". mmm... non mi piace come parola. il participio passato in forma di aggettivo mi dà l'idea della "pugna" che già si è compiuta, ed è bella e finita. Suggerisco invece "rosapugnaNti", che indica invece che la lotta è in corso e durerà molto.

Monday, November 28, 2005

Speranze: Certo… sarebbe bello svegliarsi in un paese dove Romano Prodi dice le stesse cose di Pannella, il che però vorrebbe dire che l’alternativa sarebbe già a portata di mano, ma purtroppo non è così. Mi auguro invece, proprio nell’ottica dell’alternanza, di cominciare a cambiare le cose da come sono drammaticamente messe oggi. E quindi pigliamoci con i denti il pezzetto di spazio che Prodi ci offre, in un inciso, detto a mezza bocca, ma che comunque ha il suo valore, e cioè dimostra una pur minima disponibilità a dire sì ai punti di Giavazzi, l’economista che l’altro giorno sul Corriere della Sera chiedeva: 1. riforma della Università e della ricerca; 2. Eliminare gli albi, a partire da quello dei giornalisti; 3. Riforma della “cittadella delle banche”, a partire dal ruolo della Banca d’Italia; 4. Privatizzazioni vere; 5. Riforma del mercato del lavoro: non solo i giovani a fare i conti con la flessibilità, ma anche le imprese siano in vera concorrenza. Ascoltare per credere. (tra poco)

Thursday, November 24, 2005

Quale Russia. Putin non vuole fare la fine dell’Ucraina: premesso che (precisazione forse inutile, ma è tanto per esser chiari) premesso che non penso alle Organizzazioni Non Governative quali panacea contro tutti i mali, e premesso che ci sarebbe molto da dire sul loro carattere “non governativo” (ma lasciamo perdere), in ogni caso mi sembra grave quello che è successo ieri. La Camera bassa del Parlamento dominata dai partiti pro Cremlino, ha approvato infatti a stragrande maggioranza in prima lettura una controversa legge che impone pesanti controlli sulle Ong: dovranno essere registrate come persone giuridiche e non potranno più ricevere finanziamenti dall'estero. «Lo scopo della legge è quella di cacciare dalla Russia le Ong, specie quelle coinvolte nella tutela dei diritti umani», ha dichiarato il direttore regionale di Human Rights Watch, Holly Cartner. Il Cremlino, secondo quanto scrive oggi Vladimir Sapozhnikov sul Sole 24 Ore, teme che la crescente influenza delle Organizzazioni non governative, ampiamente considerate dai vertici politici russi come promotori clandestini delle cosiddette rivoluzioni colorate in Georgia, Ucraina e Kirghizistan, possa destabilizzare la situazione politica e sociale anche della Russia. «Abbiamo visto — ha dichiarato Aleksej Ostrovskij, un deputato del partito nazionalista Ldpr - che cosa era successo in Ucraina, in Georgia e in Moldavia e come hanno funzionato le filiali locali delle Ong finanziate dalla Cia. Vogliamo difendere i nostri cittadini dal caos in cui quelle Ong possono trascinare il nostro Paese». Secondo il deputato Vladimir Plighin, del partito pro Cremlino Russia Unita, la nuova legge dovrà porre fine a «ingerenze distruttive dall'estero nella vita della società russa».

Monday, November 21, 2005

Quale Cina. Ecco cosa sono i laogai: "Mani curate, cravatta rossa e una certezza: l'economia cinese è basata sullo schiavismo. D'accordo, ne parleremo, ma anzitutto chiediamo a Harry Wu se vuole parlarci dei suoi diciannove anni rinchiuso in un laogai. Ci guarda mestamente: «Devi prima capire che cos'è davvero un laogai». E noi credevamo di saperlo: sono dei campi di rieducazione voluti da Mao Zedong che hanno accolto non meno di cinquanta milioni di persone dalla loro costituzione, praticamente l'Italia intera; si è calcolato che non esista un cinese che non conosca almeno una persona che vi è stata soggiogata". Continua a leggere il pezzo di Facci.

Thursday, November 17, 2005

Fantasmi: Lo storico britannico David Irving è stato arrestato in Austria nei giorni scorsi. L'arresto, ha affermato oggi il ministero dell'Interno di Vienna attraverso il suo portavoce, Rufolf Gollia, è stato eseguito il pomeriggio dell'11 novembre a Hartberg in Stiria. Un'azione che rende esecutivo un mandato spiccato nei suoi confronti dal tribunale di Vienna nel novembre 1989 per il reato di apologia del nazismo. L'arresto è stato compiuto sulla base di un mandato spiccato nel mese di novembre 1989 per la sospetta violazione del paragrafo 3 della legge austriaca contro il "revivalismo" nazista. Al momento dell'arresto Irving si stava recando ad un raduno dell'associazione studentesca nazionalista di destra "Olympia". Irving è nato ad Essex nel 1938 e dagli anni '60 è attivo nella pubblicistica storica con lavori come "La Strada di Hitler verso la guerra" e "La Guerra di Hitler". Tra le sue tesi, contestate dagli storici di tutto il mondo, figurano le affermazioni sulla supposta estraneità di Htiler alla “soluzione finale” e cioè lo sterminio progrmmatico e industrializzato degli ebrei. Irving è stato dichiarato "persona non grata" in Germania, paese da cui fu espulso nel 1993, per aver insultato la memoria degli ebrei vittime dell'Olocausto. Sommessamente, direi, non basta rispondergli sempre e comunque a tono, con documentate tesi storiografiche, che abbondano, opposte alle sue? Che bisogno c’è di arrestarlo? Hanno arrestato anche tutti gli altri membri dell'associazione studentesca "Olympia", cui Irving voleva partecipare? Stanno forse ricostituendo il partito nazista? spero di no...
Strani giorni: chissà perché i vescovi se la pigliano tanto con la devolution del berlusca... forse temono di dover fare concordati con tutte le regioni? certo sarebbe una fatica per loro, e anche per noi.

Wednesday, November 16, 2005

Le mani sulla rete: Il summit che si tiene dal 16 al 18 Novembre a Tunisi per la sessione finale del Summit Mondiale sulla Società dell'Informazione convocato dalle Nazioni unite è stato preceduto da un accordo dei 170 Paesi partecipanti sul controllo di internet. Si tratta di un compromesso che accoglie una proposta dell'Unione europea e prevede la creazione di un "forum internazionale" destinato a discutere delle questioni relative all'internet, senza rimettere in gioco le prerogative dell'Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (Icann), la società californiana incaricata di attribuire i nomi dei siti come .com, .org, .fr ou .ch. Intanto io continuo ad aderire a chiedere di aderire alla campagna del Partito Radicale

L'Unione Europea chiede, e il compromesso raggiunto prima del summit va in questa direzione, un "nuovo metodo cooperativo" nelle questioni che riguardano il controllo dell'Icann, in modo che i governi interessati per ogni singola decisione si possano consultare. Allo stesso tempo però l'Ue vede con favore il controllo dell'indirizzario internet da parte di un'organizzazione privata non profit (l’Icann appunto)e non ha intenzione di promuovere la creazione di nuovi organismi internazionali di controllo che finirebbero per distorcere la natura libera e aperta di internet.

Mmm… non so. la cosa può andare in due direzioni. O si sta per creare un’altra fabbrica di buracrati europei che non faranno nulla e la rete continuerà ad essere quello che è, oppure si darà un’altra carta alle dittature di tutto il mondo che quando si coalizzano riescono anche a prendere decisioni pericolose(vedi episodi vari all’Onu). Speriamo bene.

Tuesday, November 15, 2005

Verba volant scpripta manent. Ovvero, le dittature contro internet: «In questo periodo Ahmadinejad ce l'ha con gli sms. Sì, avete capito bene, i messaggini che si inviano col cellulare sono al primo posto nell'agenda dei nemici da sopprimere degli ayatollah iraniani. Il governo sta studiando un modo per controllare, o abolire del tutto l'uso dei messaggi in tutto il Paese. I giornali li possono chiudere, ma non possono impedire alla gente di scambiarsi messaggi via cellulare. Almeno per ora. Il ciclostile, le fotocopie lasciano tracce, il messaggio via sms non ha bisogno di carta e inchiostro, è veloce e volatile come l'aria, sfugge alle maglie soffocanti della censura».

Ancora: Dal 16 al 18 Novembre si terrà a Tunisi la sessione finale del Summit Mondiale sulla Società dell'Informazione convocato dalle Nazioni unite. Cina, Cuba, Iran e Arabia Saudita (stiamo parlando quindi di dittature et similia) hanno eretto varie barriere all'uso di Internet, compreso il blocco dei contenuti sui motori di ricerca sulle parole “democrazia” e simili. Questi paesi chiederanno che l'Onu ponga dei limiti all'immisione dei contenuti della rete, prendendo come spunto il fatto che gli Usa avrebbero il monopolio del sistema. Oggi lo spazio web è gestito dall'Internet corporation for assigned names and numbers (Icann), fondato negli Usa nel 1998, ma nessuno mai ha nemmeno in sogno posto un limite sui contenuti online. I paesi di cui sopra chiedono che l’Onu metta il cappello sulla rete, secondo le loro richieste di restrizione e controllo. La richiesta, guarda un po’, riguarda la rete e non gli altri media. La rete, come gli sms anche se in modo diverso, ha nella sua atemporalità e fisicità non facilmente identificabile l’aspetto meno controllabile. Come dicevo mesi fa, quello che i fascismi temono è proprio il volant dei verba, l’oralità, in qualche modo rappresentata e realizzata dalla rete, che è inafferrabile, e perciò stesso libera intrinsecamente, rispetto all’immobilismo e alla finitezza (pur nella enormità delle interpretazioni) degli scripta. Su questo i radicali hanno organizzato qualcosa di importante.

Ps. Per Adinolfi che mi vede ridotto al silenzio… beh, come vedi non è così. Vorrei scrivere, e siccome non siamo nel Pnf, nessuno me lo impedisce, è che spesso ho altro a cui dedicarmi.

Ps2. (da oggi, ho deciso, ritorno all’uso delle maiuscole, in fondo hanno la loro utilità)
A Luigi: Malvino mi fa l’onore di dedicarmi un post dove si interroga sulle responsabilità storiche e culturali che portano in Italia alla compressione e alla mortificazione dello spirito scientifico che, come conseguenza, ha l’annichilimento dei risultati della nostra ricerca. Ci sono altre colpe oltre quella della Chiesa di Roma in questa paura della scienza, si chiede Malvino? Sì; ci sono gli argini, le dighe poste da alcuni pensatori, filosofi, intellettuali organici o politici, o come li vogliamo chiamare, fa lo stesso, argini che hanno costruito loro e che non ci aiutano. Così mi pare risponda Malvino.

Mi pare però che la cosa sia un po’ diversa. Gramsci e Croce, in modi diversi, (non entriamo nel merito specifico delle loro analisi anche perché non è che i mezzi poi mi sostengano così tanto..) hanno avuto a rispondere a climi molto diversi dal nostro. La vicinanza temporale e diciamo ideologica con gli aspetti deteriori del positivismo imponeva loro di recuperare alla interpretazione, alla ermeneutica del dato sperimentale la necessità di uno spazio. Nell’eredità del positivismo l’approccio alla scienza spesso si trasformava in meccanicismo. (Ho fatto lo scientifico. Che domande. Non si vede?)

C’è da dire poi che i papi con cui facevano i conti loro non avevano ancora deciso (per forza di cose) di mettere piede nel mondo dei media e della comunicazione moderna, che ovviamente non esisteva. Era una Chiesa di Roma, quella di Leone XIII, che, sebbene cercasse di esprimere un temporalismo di marca diversa da quello ottocentesco, con il ricorso alla diplomazia internazionale, all’essere stato tra gli stati, ad avere un approccio globale e non solo italiano, era in ogni caso una Chiesa romana che non aveva le inquietudini attuali. Aveva ancora la convinzione di essere maggioritaria in larga parte d’Europa e certamente in Italia. O almeno a me così sembra.

Il problema per i crociani e per i gramsciani e per tutti gli “–ani” di tutte le razze ( il suono e l’evocazione di “altro” ha anche un significato giusto a volte), è sempre quello di prendere le parole del maestro e ripeterle a mo’ di ecolalia, mentre come diceva Paolo Conte, il maestro è nell’anima, e da lì ti detta, con parole nuove, tue.

E sarà da vedere pure cosa farà il vero Ratzinger, rispetto ai ratzingeri-ani, che pure qualche sorpresa, il vecchio erudito, quando si sentirà veramente al sicuro, potrà riservarci.

Insomma voglio dire due cose: da una parte il problema è globale. Il Vaticano oggi, di fronte al dramma dell’integralismo che si vede in giro per il mondo, intende rispondere con la moneta dell’identità, che alla fine non fa altro che portare dalle parti degli –ismi e –ani che ripetono le cose a pappagallo, e producono tragedie invece di rispondere alle tragedie. Dall’altra i limiti alla centralità dell’approccio scientifico vengono sempre dalle nostre mentalità. Io per me non credo ad una ricerca intesa come sistema esauriente. Credo che la scienza sia uno dei mezzi con cui cerchiamo di darci delle risposte, ma ci sono campi in cui la scienza non arriva, ma questo è un problema momentaneo. Quindi: di colpa non parlerei. Semmai il Vaticano da una parte oggi si muove in modo veramente diverso rispetto al passato, e questo è innegabile. Ma la responsabilità è nostra. Siamo noi nella necessità di non essere “-ani”, ma di rispondere alle cose, in modo sereno e deciso.

Thursday, November 03, 2005

ordine dei giornalisti: rimetto un post di più o meno un anno fa che mi pare più che mai attuale, per parlare dell'italia bloccata degli ordini e delle professioni. la professione di giornalista in italia e' regolata dalla legge 3 febbraio 1963 n. 69. secondo questa legge l'attivita' giornalistica e' un'attivita' intellettuale, caratterizzata dall'elemento della "creativita'" (dunque non quello della necessita' di raccontare le cose come stanno: vedi le 5w del mondo anglosassone). la legge riconosce poi la "rilevanza sociale del giornalismo" e impone, a chi lo eserciti in forma professionale, di iscriversi obbligatoriamente in un albo. l'ordine dei giornalisti esiste solo in italia. nel 1908 c'e' il primo riconoscimento giuridico della professione e la nascita del primo albo, che viene poi recepito in sede contrattuale nel marzo del 1925 (attenzione: siamo al III anno dell'era fascista) quando fra la federazione della stampa e gli editori fu firmato un accordo che prevedeva la costituzione presso ciascuna associazione regionale di un comitato di giornalisti e editori per la compilazione dell'albo locale. nella capitale venne costituito un comitato d'appello per giudicare sui ricorsi avverso l'esclusione dagli albi locali. come si vede, gia' prende corpo quello che sara' il concetto di totalitarismo che nell'opera di governo di mussolini sara' centrale: editori e professionisti si uniscono in un comitato comune al fine di realizzare l'intento comune della costruzione dell'italia fascista. il regio decreto del 1928 prevedeva un albo dei giornalisti suddiviso in tre distinti elenchi: i professionisti (cioe' coloro che da almeno 18 mesi esercitavano esclusivamente la professione giornalistica), i praticanti (coloro che pur esercitando esclusivamente la professione non avevano raggiunto l'anzianita' di 18 mesi o i 21 anni di eta') e i pubblicisti (coloro che esercitavano, oltre all'attivita' retribuita di giornalista, anche altre attivita' o altre professioni). come e' evidente l'ordinamento professionale attuale mostra una forte continuita' con quanto avveniva in passato (e che passato!). certo, oggi l'albo non e' piu' gestito da un comitato di 5 membri nominati dal ministro di grazia e giustizia di concerto con il ministero dell'interno e delle corporazioni, come invece avveniva in epoca fascista. caduto il fascismo viene ricostituita la federazione della stampa (26 luglio 1943). nel 1944 con un decreto si sostituiscono i comitati interregionali per l'albo e la commissione superiore per la stampa con una commissione unica, avente sede a roma, alla quale veniva affidata la tenuta degli 11 albi regionali e interregionali e la disciplina degli iscritti. la commissione rimane in vita fino al 1963, quando arriva la legge ancora in vigore.

Followers

Blog Archive