Thursday, January 26, 2006

Ci vorrebbe un interrail delle libertà

Bisogna girare mezz'Europa per esercitare le proprie libertà personali. «Per farsi uno spinello bisogna andare in Olanda, per abortire con la pillola Ru486 bisogna andare in Svezia, per i pacs in Francia e per la procreazione assistita in Spagna. Penso che ormai c'è una situazione in Italia in cui non esistono più libertà personali», ha dichiarato Emma Bonino. Ci vorrebbe davvero un interrail delle libertà.

Tuesday, January 17, 2006

Fini e Fassino: come un sol uomo

Altra performance da ricordare quella a Porta a porta di Fini e Fassino di ieri sera. Schermaglia iniziale sul caso Unipol ma nessuno che si fosse permesso di porre il problema di fondo, che poi destra e sinistra in Italia condividono: come si finanzia la politica di quei mastodonti burocratici che sono i partiti? Poi i programmi su cui bisogna farsi serie domande. Ma rimandiamo. Certo 274 pagine di programma… non è il massimo della chiarezza! Finale da brivido poi con il cenno su laicità e pacs. Nessuno che parli seriamente di quello che propone la Rosa nel pugno; Pannella evocato solo a sproposito per dire che è l’unico che vuole cambiare la legge sull’aborto e non si dice come, l’assenso di Fassino alle parole di Fini: “laicità non vuol dire laicismo” e Fassino: “certo, certo…” e lo stesso Fassino che poi ci fa fare la solita figura degli scemi: “laicità non vuol dire anticlericalismo”, e infine la chiosa di Fini: “isoliamole queste estreme” e Fassino concorde annuisce. Torna l’amenità di Fassino sul referendum sulla fecondazione assistita: “In parlamento si poteva fare meglio…” e via di seguito. L’unità profonda della partitocrazia italiana nella sua natura e nelle sue espressioni è più viva che mai. La lotta si fa dura, ma come diceva Belushi, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, e a giocare duro aggiungo io.

Wednesday, January 11, 2006

Le bobine di D'Alema

A parte il fatto che oggi non credo che certe cose, come intercettazioni o cose simili circolino su bobine, che mi ricordano i film di James Bond degli anni Sessanta, ma penso viaggino su file mp3 o cose anche più tecnologiche. In ogni caso mi pare che la direzione dei Ds che si è riunita oggi non sia riuscita ad evitare il discutere solo del clima terribile che aleggia sulla politica italiana, di cui ovviamente è importante comunque discutere. Ma di politica, di proposte, di mostrare di essere su un piano di progettualità e non in una guerra poco chiara di potere, insomma tutto questo mi pare sia mancato. Le proposte sono evocate, ma non specificate. Sogno una sinistra propositiva che sostenga proposte concrete e progetti precisi. È troppo aspettarsela?

Irving e l'indice dei libri proibiti

David Irving, arrestato l’11 novembre scorso in Austria è ancora in carcere. Irving è uno storico negazionista. E per questo viene incarcerato. Cioè sostiene tesi, ritenute del tutto prive di fondamento dagli storici di tutto il mondo, secondo cui Hitler non sapesse nulla della soluzione finale. Ha anche negato l’Olocausto e l’esistenza delle camere a gas. Tra gli storici nessuno lo segue. Nel carcere di Graz, dove Irving ha trascorso i primi giorni di detenzione prima di essere trasferito in quello viennese, nella biblioteca ha trovato due sue opere e un secondino gli aveva chiesto di autografarle. La direzione del carcere ha prontamente smentito gli autografi, aggiungendo però che le opere stesse erano state immediatamente tolte dalla circolazione. Esiste dunque un indice dei libri proibiti? Intanto arriva l'abiura. Irving – ha fatto sapere il suo difensore Elmar Kresbach – ha rivisto parte delle sue convinzioni. Come ha detto ai magistrati inquirenti lo storico stesso: negli anni Novanta, durante ricerche negli archivi dell’Unione Sovietica, avrebbe avuto prove inconfutabili dell’esistenza delle camere a gas. Anche alla luce di queste ammissioni, argomenta Kresbach, la detenzione e le accuse mosse al suo cliente sono ormai insostenibili. Per questo il 29 gennaio chiederà per la seconda volta la sospensione della custodia cautelare (la prima era stata respinta). Il 20 febbraio si terrà il processo a Vienna. Irving, tenendo conto dei suoi 67 anni, rischia una pena da 1 a 10 anni.

Fonte: gli amici del Foglio, che saluto

Tuesday, January 10, 2006

Cala il sipario su Salò

Il disegno di legge che chiedeva un fantomatico riconoscimento ai combattenti della Repubblica sociale di Salò dello status di belligeranti non vedrà la luce in questa legislatura. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che ha cancellato il provvedimento dall'ordine del giorno dei lavori dell'Aula. Il vice presidente del gruppo di Forza Italia, Lucio Malan, ha riferito ai giornalisti che il Ddl è stato cancellato in seguito alla "scrematura" disposta dalla presidenza per favorire i provvedimenti più urgenti e in primo luogo i decreti legge. La storia la fanno gli storici e non le leggi dopo 60 anni, l'ho già detto. Una legge avrebbe avuto un senso nel 1955 e non oggi. Ormai è andata così e così sia.

Alla "corte" del cardinal D'Alema

Il “paese delle controriforme” continua a manifestarsi in tutto il suo barocchismo che conserva anche alcuni tratti affascinanti. Ieri sera D'Alema e Tremonti da Vespa hanno mostrato parte del loro volto di solito nascosto. I due non si sono risparmiati qualche complimento e per alcuni aspetti anche una certa complicità. Di quello che ha detto D'Alema i giornali di oggi riferiscono largamente, e il succo mi sembra che sia: vabbé si è fatto qualche errore ma andiamo avanti. Nessuno però che abbia posto il nocciolo della questione e cioè come si finanzia la politica? L'altra cosa incredibile è che i due hanno fatto riferimenti vaghi, accenni, hanno messo lì frasi smozzicate per dirsi l'un l'altro: guarda, non muoverti perché su questo e/o su quest'altro ho la mia carta da giocarti contro. Ciò che ne è uscito ricorda i bizantinismi delle corti papali del periodo post tridentino. Che visione...

I fantasmi dei ragazzi di Salò/2

Leggo che nemmeno di pagamento di pensioni si tratta. Dunque una legge che non ha alcun valore, che non si riferisce ad alcun fenomeno ma serve solo a fare un po' di pubblicità...

Monday, January 09, 2006

I fantasmi dei ragazzi di Salò

Scusate il ritardo, diceva Troisi, ma sto vivendo un periodo di stitichezza bloggara. Oggi rientro con una cosa che mi pare degna di nota. Il Parlamento è agitato da una proposta di legge di Alleanza nazionale per il riconoscimento formale dello status di "militari" a coloro che, negli anni tra il 1943 e il 1945, furono inquadrati nelle formazioni della Repubblica sociale italiana. Questo, da quello che capisco, dovrebbe permettere di pagare pensioni a quei pochissimi sopravvissuti di quegli anni. Sul tema ho un paio di annotazioni da fare. In primo luogo mi pare l'ennesimo tentativo da parte di questo governo di fare una legge “bandiera”, i cui effetti regolamentari sono risibili, dato che i reduci della repubblica di Mussolini credo siano veramente pochi e abbiano in questi 60 anni di tempo trovato sicuramente il modo di campare diversamente che di pensione militare. Non capisco però le critiche che vengono dall'Anpi, come a dire: tu hai perso e dopo 60 anni devi ancora pagare il fio del tuo errore. Invocano insomma una colpa perpetua. Il fatto che viene rivendicato è l'impossibilità di “equiparare” chi combatté dalla parte giusta da chi si pose dalla parte del torto. Io credo che la storia abbia ampiamente dimostrato che chi scelse la repubblichina di Salò aveva fatto la scelta sbagliata, aveva scelto la dittatura, credo però che come hanno dimostrato gli storici negli ultimi anni anche dalla parte dei vincitori non furono poche le carneficine e le scelte sbagliate. La marginalizzazione di coloro che si riconoscevano nel Partito d'Azione e in Giustizia e Libertà con l'egemonia delle formazioni comuniste sul movimento partigiano non ci dovrebbe consentire di vedere le cose con tanta nettezza. A dettare i tempi e le mosse dei partigiani che facevano capo al Pci c'era pur sempre l'Ercoli della Guerra civile spagnola, che rispondeva al nome di Palmiro Togliatti, l'uomo di fiducia ai tempi della Spagna di un certo Stalin, che sebbene raccolga l'elogio di Cossiga, non ha nulla da invidiare a Mussolini e a Hitler, quanto a genocidi e negazione dei diritti fondamentali. Ovviamente a ragionare come si dice a Roma con “er più pulito c'ha la rogna” non si va da nessuna parte, ma inviterei i reduci dell'Anpi a rinfoderare la vecchia grinta e a pensare che in fondo a Salò ci andarono anche miti della sinistra di oggi come Dario Fo e altri. Salò è volenti o nolenti un pezzo della nostra storia, e forse a farci i conti si capirebbero tante cose. Il fascismo in generale è un tratto profondo del vissuto del nostro paese e la sua caduta come istituzione non ha segnato la fine del corporativismo, del clericalismo e delle altre forme che erano stati i segni distintivi del ventennio. Allora i problemi sono altri e dunque non è solo colpa dei vinti che le cose sono andate come sono andate.

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