Friday, April 07, 2006

I miei incubi sull'Ici

Mettiamo subito in chiaro una cosa: non sono comunista e non contesto il concetto di proprietà privata. Però due o tre cose su questa cosa dell’Ici le voglio dire. La storia è venuta fuori come ennesima trovata elettorale ed è ormai travolta da altri conigli usciti dai cilindri di Bersluconi. A me sinceramente ha fatto però molto pensare questo numero, questo 87% di “famiglie italiane” che posseggono la casa in cui vivono. Ho dato prima di tutto un’occhiata a un paio di statistiche Istat e la somma non è esatta. Si tratta di meno del 70%. In ogni caso la cifra rimane comunque alta. Io credo che la cosa, di per sé, non sia favorevole al mercato immobiliare, perché, appunto, si tratta di casa in cui si vive, e spesso, molti pagano 20 o 30 anni di mutuo, e non credo dunque che si mettano a fare i Ricucci, tutti i nostri piccoli proprietari.
Ma facciamo qualche piccola riflessione in libertà. Penso per esempio a Venezia. La Serenissima costruì la sua fortuna sul commercio, sugli scambi di mercanzie pregiate che venivano dall’Oriente, facendo di sé, appunto un grande centro di scambi, in cui la moneta circolava molto e frequentemente. Quando nel 1492 vide per sempre compromesso il suo monopolio territoriale negli scambi, Venezia inventò un nuovo mercato, insieme ad altri, e questo mercato fu la stampa. A Venezia vissero Aldo Manuzio e Pietro Bembo e gli altri grandi stampatori che stimolarono il mercato del libro, mercato che favorì la circolazione delle idee. Idee che circolavano a Venezia, a Parigi e nei Paesi Bassi. Fatalmente il declino di Venezia iniziò proprio in quel periodo, perché tale mercato non aveva certo le possibilità di sviluppo dei grandi scambi dei secoli precedenti, e proprio in quel periodo si intensificò la “monumentalizzazione” di Venezia, che terminò, ancora fatalmente, ma poi non tanto, solo alla fine del Settecento quando Napoleone si sbarazzò della città, vendendola, appunto, come una cosa, o forse come una “casa”.
L’opposto di Venezia è sempre stata la Roma papalina. Monumentale per definizione. Immobile per aspirazione. Dal 1600 fino al 1870 a Roma il Papa mantenne il numero fisso di 207 famiglie che rimasero proprietarie in tutto quel lasso di tempo, sempre degli stessi palazzi e delle terre intorno all’eterna città immobile.
Il 70% o 87% o 100% degli italiani possessori a chi si riferiscono: a Venezia o a Roma?

Wednesday, April 05, 2006

La matematica dei miei coglioni

Un sondaggio freschissimo dell'Ipsos darebbe la vittoria matematica all'Unione. Dall'indagine di Mannheimer emerge infatti che "i coglioni sono necessariamente il doppio delle teste di cazzo"

fonte: Dagospia

Followers