Tuesday, August 15, 2006

Israele nell'Unione Europea

Questo blog invita i suoi lettori a sottoscrivere il Manifesto-Appello per il Primo Satyagraha Mondiale per la Pace, per la Giustizia, la Libertà e la Democrazia, per il ricongiungimento prioritario, immediato, di Israele nell'Unione europea. (Firma qui!)

Wednesday, August 02, 2006

Doping libero o ritorno al dilettantismo assoluto

Dal Financial Times.
Tutto lecito oppure torniamo allo sport amatoriale
Era, da tutti i punti di vista, una delle grandi storie dello sport. Il favorito della corsa, Floyd Landis, distrutto dopo una cattiva prestazione, aveva gettato al vento l’occasione di vincere il Tour de France, si era ubriacato, era andato a dormire, e quindi aveva sgominato il campo il giorno dopo. Quella tappa sbalorditiva effettivamente gli aveva fatto vincere il Tour. La storia ora ha un risvolto, dal momento che il campione che Landis ha fornito alla fine di quell’epico giorno era positivo.

Landis nega di aver trasgredito, ma dal momento che la maggior parte dei corridori di vertice dell’anno scorso avevano dovuto rinunciare al Tour di quest’anno per varie indagini sul doping, questo triste affare è più grande di Landis stesso. Gli appassionati di sport stanno cercando un modo migliore per considerare il doping nello sport. L’attuale codice antidoping vieta le droghe in presenza di due fra questi tre criteri: potrebbero danneggiare gli atleti, potrebbero alterare le prestazioni, violano lo “spirito dello sport”.
(Tutti in due ruote)

Forse le autorità sportive dovrebbero dimenticare le vaghe sciocchezze sullo “spirito dello sport” e consentire le droghe, a meno che non abbiano seri effetti collaterali. Attualmente la sicurezza di molte droghe vietate è sconosciuta, perché vengono distribuite attraverso canali illeciti. Questa misura potrebbe screditare lo sport più che la processione di truffatori nelle ultime pagine. Dopo tutto, l’imbrogliare fa arrabbiare la maggior parte degli appassionati di sport più delle droghe stesse.

Il libero uso delle droghe nello sport offrirebbe almeno un’opportunità di sponsorizzazione da parte delle compagnie farmaceutiche. Ai tradizionalisti questo non piacerà, così c’è un’alternativa: vietare tutte le tecniche che alterano una prestazione, comprese diete, esercizi, allenatori e, peggio di tutto, la pratica. Un ritorno agli ideali corinzi avrebbe un benvenuto effetto collaterale: gli inglesi potrebbero, in cambio, vincere qualcosa.

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