Monday, September 01, 2003

nuove pene: parson � gli arresti domiciliari. potr� andare a scuola e dal medico, ma non navigare su internet. ha contagiato 500mila computer nel mondo. rischia 10 anni di carcere. oggi sul corriere.

preso l'hacker che �infetto'� internet. gli agenti dell'fbi hanno arrestato �l'untore�: si chiama jeffrey lee parson, ha 18 anni, ed � il creatore del virus �blaster-b�.gli hanno dato la caccia per giorni. silenziosamente. hanno seguito le sue tracce, con pazienza, nell�immensa galassia della rete.

identikit - e� un ragazzo di soli 18 anni, grande e grosso: � alto 1,93 e pesa 145 chili. si chiama jeffrey lee parson ed � originario di hopkins, nel minnesota, stato delle grandi pianure del midwest americano. il giovane hacker - nella cui casa sono stati trovati 7 potenti computer - ha ammesso all�fbi di avere aver modificato il virus �blaster� e di averne creato una versione conosciuta sotto nomi diversi. il suo �blaster-b� ha imperversato lungo le autostrade informatiche per quasi tutto il mese di agosto. certo, non la pi� devastante (quella originaria), ma comunque in grado di creare seri problemi ai sistemi: tra i danni causati dal virus, noto anche nella versione lovesan, si pu? contare tra l�altro la forzata chiusura degli uffici della motorizzazione del maryland.

danni - blaster ha colpito anche l�italia, con effetti minori per via del periodo di ferie. parson avrebbe riscritto il codice originale della malattia informatica, il cui autore � ancora sconosciuto, aggiungendo la sua �firma�. il pirata del web avrebbe infine immesso il nuovo virus in rete lasciando che si replicasse danneggiando migliaia di computer in tutto il mondo. le autorit� stimano che, solo negli stati uniti, blaster abbia causato alle aziende danni per l�equivalente di 3,5 miliardi di euro.
e adesso? �il ragazzo rischia grosso - hanno fatto sapere alla procura di seattle, titolare dell�inchiesta - sar� giudicato come un adulto�. jeffrey lee parson rischia 10 anni di carcere e una multa pari a poco meno di 260 mila euro. �i crimini informatici sono questioni molto serie - ha aggiunto graham cluley, esperto di sicurezza della rete della societ� britannica di antivirus sophos -. forse jeffrey non � il principale responsabile. ma chiunque diffonda virus su internet deve sapere che c�� un prezzo da pagare�.

la pena - a saint paul, in minnesota, nella prima udienza del processo, il giudice federale susan nelson ha disposto per parson gli arresti domiciliari. potr� andare a scuola e dal medico, ma non navigare su internet. il procuratore aveva chiesto di lasciarlo in carcere. prossima udienza a seattle, il 17 settembre. per ironia della sorte, parson, noto sul web come teekid, � stato incastrato nel pi� classico dei modi: grazie a una �gola profonda�, un testimone che ha detto di averlo visto testare blaster e ha avvertito le autorit�. gli agenti della sezione crimini informatici dell'fbi hanno poi identificato il sito web del giovane hacker, t33kid.com , non pi� attivo ma ancora rintracciabile nell�archivio di google, il pi� celebre motore di ricerca.

tradito - grazie alla memoria cache (la �fotografia� di ogni singola pagina web che rimane a disposizione di tutti anche dopo la �morte� del sito di riferimento), gli investigatori hanno infine scoperto riferimenti precisi al �baco� che ha infestato la rete nelle settimane scorse. un controllo incrociato ha poi fornito l�indirizzo del responsabile del sito.

precedenti - parson non � certo il primo a finire nelle maglie della giustizia. prima di lui, le cronache registrano il caso di kevin mitnick, il pirata informatico pi� celebre del mondo: entrato in carcere nel 1996, ne � uscito quattro anni dopo con il divieto di toccare un computer. poi c�� stato il caso di david l. smith, il �padre� del virus melissa, arrestato nel 1999 dopo un�imponente caccia all�uomo. e infine, mafiaboy, �nome d�arte� di un quindicenne canadese che, nel febbraio 2000, aiutato da due compagni, coolio (il freddo) e scare (spavento), mise sotto scacco i server dei pi� importanti siti del mondo, da yahoo! adamazon, alla cnn.

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