Friday, February 28, 2003

questo il rischio: di sergio romano, oggi sul corriere. �fra l'america e l'europa volano parole grosse. gli americani sono imperialisti, unilateralisti, arroganti. gli europei sono scaltri, inetti, codardi, ingrati. escono dai vecchi cassetti i pi� triti e sprezzanti stereotipi del passato. visti dall�europa gli americani sono cowboy, gangster, giustizieri; visti dagli usa, i francesi sono mangiatori di rane e di formaggio, i tedeschi sono �teste di crauti�, i pacifisti delle piazze europee sono smidollati piagnoni. in ambedue i campi vi � chi soffia sul fuoco pescando nel grande magazzino della storia tutti gli aneddoti da cui si possa desumere che le differenze sono antiche e fondamentali. la scarsa considerazione di roosevelt per i francesi o i dissensi fra churchill e de gaulle vengono utilizzati come munizioni per infiammare le polemiche. espresso in termini morali e ideologici, il dissenso rischia di trasformarsi in una guerra delle culture. temevamo uno scontro di civilt� fra l'occidente e l'islam, ed ecco che lo scontro di civilt�, paradossalmente, scoppia anzitutto nel campo atlantico. questo scambio di invettive ha oscurato i termini della questione. se vogliamo evitare che il dissidio diventi divorzio dovremmo scendere dal piano degli stereotipi culturali e delle spiegazioni generiche a quello degli interessi reali e delle analisi politiche. anzich� accusare gli americani di arroganza imperiale, cerchiamo piuttosto di spiegare agli usa le ragioni per cui l'europa (anche quando i suoi governi hanno adottato, per ragioni di convenienza politica, posizioni diverse) diffida di una nuova guerra irachena. eccone alcune.
francesi e tedeschi, ma non solo loro in europa, non hanno dubbi sulla natura della dittatura di saddam hussein, ma non credono che il suo regime rappresenti una minaccia immediata e pensano che possa essere controllato con altri mezzi. sono convinti che il terrorismo sia un pericolo contro cui europa e america devono lavorare insieme, ma non credono che fra saddam e osama vi sia un rapporto organico. sanno che saddam ha violato le risoluzioni del consiglio di sicurezza, ma credono che una guerra americana senza l'avallo dell�onu darebbe all'organizzazione un colpo mortale. la pi� forte preoccupazione europea, del resto, � un'altra. se fosse invitata a dire quale crisi (quella palestinese o quella irachena?) sia pi� grave per il futuro della regione, la maggioranza non esiterebbe a indicare la prima. e aggiungerebbe che la guerra rischia di rendere la pace fra israeliani e palestinesi ancora pi� lontana.
esistono altre ragioni. per l'europa, il medio oriente � un vicino di casa da cui oggi, purtroppo, arrivano soltanto petrolio, immigrati e terroristi. per controllare la situazione e contenere i danni gli europei, tra l'altro, hanno incoraggiato l'evoluzione democratica dell'iran, il recupero del libico gheddafi e del siriano assad, lo sviluppo economico del nord africa. non � molto, ma � la sola politica possibile. se vi sar� una guerra, l'europa perder� qualsiasi influenza e la sola potenza dominante del medio oriente sar� l'america. ma gli effetti negativi del conflitto (crisi energetica, terrorismo, rifugiati) ricadranno anzitutto sull'europa.
so che gli americani potrebbero opporre a ciascuna di queste preoccupazioni argomenti diversi. e credo che a questi argomenti occorra prestare ascolto. ma le preoccupazioni di gran parte dell�opinione pubblica europea sono reali, non sono animate da pregiudizi antiamericani, non hanno nulla a che vedere con il pacifismo dogmatico e non possono essere liquidate con vecchi stereotipi culturali. se vogliamo evitare che i rapporti euro-americani diventino il primo �danno collaterale� della guerra irachena, da qui, prima o dopo, occorrer� ripartire�.

Wednesday, February 26, 2003

stasera: siamo tutti come stryikowski

Tuesday, February 25, 2003

infatti! oggi ho un ospite d'onore: adriano sofri che risponde al ferrara di ieri

�caro direttore, la tenera fotografia di te a sei anni e stalin mi ha fatto ricordare i magnifici e innumerevoli bei racconti su quel mostro � stalin, intendo. ancora ieri c�era una descrizione della sua ultima notte di ubriaco. le pagine pi� belle forse stanno nei romanzi dell�abkhazo fazil�iskander. una storia bellissima me la raccont�, nel suo limpido italiano, lo scrittore polacco, ebreo galiziano, julian stryikowski, nella sua casa di varsavia. la ricopio. �lei ha amici?�, gli chiesi. �oh s�, certo � mi rispose � ne ho moltissimi. per� sono tutti morti�. poi pass� all�episodio, avvertendo che sembrava inverosimile. �durante la guerra ero emigrato a mosca, ero comunista e molto radicale. lavoravo a un giornale destinato ai polacchi, soprattutto ebrei. un giorno, era agosto, un bellissimo giorno, andai a passeggiare, e mi trovai nella piazza rossa. ma la piazza era vuota, deserta, in modo strano e inquietante; ed ecco che vedo che sul tetto del mausoleo di lenin ci sono degli uomini, si muovono, e io penso: chi pu� mai andare liberamente sul tetto del mausoleo di lenin, se non stalin � e mi avvicino ed era proprio stalin, e poi tutti gli altri, il politbjuro, in fila per uno, e io tremo perch� ho di fronte il mio dio, colui che porta l�umanit� intera sulle spalle, e comincio a correre sopraffatto dall�entusiasmo, e ho la gola serrata. voglio gridare: dosdrastu stalin, le labbra si muovono, ma la voce non esce. e quando sono pi� vicino beria fa un passo in avanti, e copre col suo corpo stalin: lo copre dal mio possibile attentato, capisci, teme un attentato proprio da me, che lo venero. per fortuna non avevo le mani in tasca e mi trovai circondato subito dagli sbirri, con il timore che mi sparassero. ma aspettarono il segno di stalin, che era troppo intelligente: deve aver pensato, a che pro sparare a questo piccolo ebreo. sembra un incubo, no? eppure � vero, lo giuro. fu un colpo, uno di quelli � ce ne vollero molti per�, ero resistente � che mi aiutarono a smettere. la storia l�ho scritta poi in �sirius�. c�� anche un suo completamento, in un certo senso. devi sapere che ho una lettera personale del papa, molto bella e lusinghiera, quando poi, in un suo viaggio in polonia, l�ho incontrato di persona, ha tenuto la mia mano e ha ripetuto: �ho letto i suoi libri, ho letto��. io non l�ho neanche ringraziato per la lettera. perch� avevo la gola serrata, e non riuscivo a parlare. come davanti a stalin�.�

Monday, February 24, 2003

oggi c'� nebbia: si ricomincia a parlare di stalin. tra poco saranno 50 anni dalla sua morte. eredit�? peggio di hitler? scheletri nell'armadio? i soldi del pci? stamattina ferrara mi sembra ricordasse la sua visita al mausoleo di mosca come una tappa verso la consapevolezza, una tappa verso la rilettura in chiave concreta di ci� che � dato in pasto a chi sa o vuole nutrirsi di illusioni.

Friday, February 21, 2003

le nebbie si diradano?: da �calvi, suicidio impossibile sul corpo i segni del delitto�. di bianconi - ancora - su corriere. "esclusa la disgrazia, poich� un�impiccagione non pu� certo essere casuale, la morte del banchiere roberto calvi trovato cadavere sotto il ponte dei franti neri a londra nel giugno 1982 � ancora appesa al dilemma tra suicidio e omicidio. ma secondo l�ultima perizia depositata dopo quasi cinque anni di lavoro, le analisi sul corpo, sui vestiti e sui luoghi del misfatto cancellano la prima ipotesi: �un suicidio � incompatibile con la totalit� dei reperti�. subito dopo, i medici incaricati dai magistrati romani che ancora indagano su quella morte scrivono: �date le condizioni deficitarie di esame, un omicidio � difficilmente dimostrabile per via diretta, pertanto si pu� soltanto discutere se un omicidio sia compatibile con i risultati degli esami�".
�sempre senza capire�: leggere, leggere, leggere oggi questo pezzo. �la cosa che pi� sorprende � la mancanza di curiosit� e di intelligenza che gli ex brigatisti hanno per la propria vita�; �terapia per sentito dire�; �offrire la propria marmellata adolescenziale alla mitologia politica dei nonni resistenziali, ai sogni frustrati dei genitori, agli azzardi terreni della religione, leggendo bianconi si capisce finalmente perch� solo in italia, solo nel paese pi� cattolico d�europa, tra giovani formatisi nelle scuole salesiane e nelle sezioni del pci, la confusione generazionale si consegn� allo slogan �mai pi� senza fucile�. �solo nel paese ingessato nella cultura post resistenziale, nel paese della democrazia bloccata e malata, nell�italia eternamente indignata, nella patria dell�indignazione politica, solo a torino, a milano, a roma, il mal di vivere e la ricerca di un destino potevano diventare lotta armata, una delle tante vie italiane al socialismo, insieme con quella storica di togliatti, con quella letteraria di pasolini, con quella dei giornali e con quella dei giudici di magistratura democratica, che provavano a cambiare l�italia nelle aule di tribunale, arrivando sino alla complessit� di tangentopoli e ancora oltre, anche dentro i nuovi movimenti e nel sindacato, nelle cui indignazioni cercano un ricovero e una tana le nuove, vecchissime br, quelle che hanno ucciso massimo d�antona e marco biagi� le testimonianze di sei brigatisti raccolte da giovanni bianconi di francesco merlo

Thursday, February 20, 2003

�leggermente fuori fuoco�: nessuno, mi sembra, si pone il problema relativo alla possibilit� e impossibilit� di raccontare cosa succede veramente, quando in giro si parla di guerra. il d-day

Tuesday, February 18, 2003

pubblico vs privato: c'� chi riceve lettere private e le mette in piazza per invitare i passanti alla discussione. c'� chi dice che tanto il privato non esiste e pure a letto si fa politica - mamma mia!!!. io, per me devo ancora risolvere la questione valentina, mia compagna di cure da un paio di mesi a questa parte. ieri fitta serie di botta e risposta. mi fa delle domande incredibilmente dirette alle quali spesso non so rispondere. ma non demordo. anche io oggi - che sono a corto di idee - mi sono rifugiato nel privato e ne ho fatto materia prima per il mio (enorme) pubblico.

Monday, February 17, 2003

�nulla si sa della musica greca�. cos� cominciava il manuale di storia della musica di cui a lettere si faceva un gran parlare. era bello affrontare 'sto malloppo di 500 pagine partendo da questa sicurezza di non sapere. calvi, l�ultimo mistero in un armadio

Saturday, February 15, 2003

siparietto rosa: sbarcato l�ammiraglio della Kitty Hawk in rotta varso il golfo per una relazione con una ufficiale di bordo. silurato per adulterio il comandante della portaerei �kitty hawk�

Friday, February 14, 2003

ancora disagio: il vicepremier iracheno tareq aziz oggi a roma: �non rispondo alle domande dei media israeliani�. andando in giro per roma stamattina si sentiva qualcosa di strano. la citt� era come un gatto che sta per beccarsi un calcio da un passante poco animalista.
anche io sto a disagio. non � che stia diventando pacifista, ma sono preoccupato perch� secondo me l'opinione pubblica non sa che cosa sta succedendo veramente. oggi questo: stefano folli, processione ambigua con un doppio disagio

Thursday, February 13, 2003

questo per oggi s�: Un malessere di professione, di francesco merlo sul corriere

Wednesday, February 12, 2003

(RadioRadicale.it, 12Feb - 18:28) - In vista dalla manifestazione per la pace in programma sabato prossimo � cominciata la �guerra delle bandiere�. I palazzi comunali di Bologna, Firenze, Roma e di altre importanti citt� gi� da ieri ospitano le bandiere della pace.

Accese discussioni si sono registrate nei consigli comunali sulla questione. Ieri il capogruppo del Prc al comune di Bologna Leonardo Masella invitava a �resistere, resistere, resistere� a chi invocava disposizioni locali contro l�esposizione di vessilli non istituzionali.

Oggi il leghista Cesare Rizzi ha ricordato che �la legge consente di esporre solo due vessilli: quello della Repubblica italiana, quello dell'Unione europea ed, eventualmente, quello dell'ente locale. La Lega ha ricevuto pi� di una condanna per aver esposto le proprie bandiere. In nome della coerenza, quindi, mi aspetto che ci si comporti nella stessa maniera nei confronti di chi, a cominciare dal sindaco di Roma Veltroni, ha fatto esporre la bandiera della pace in Campidoglio''.

Palazzo Chigi ai prefetti di Belluno e Reggio Emilia che hanno chiesto al governo come comportarsi in caso di esposizione di bandiere dalle sedi delle istituzioni locali, ha risposto che le bandiere della pace non possono essere esposte, e chi lo fa rischia di commettere il reato di vilipendio della bandiera dello Stato.
(RRML)
allora,

cominciamo. robba mi ha convinto a fare sta cosa. vediamo se sar� in grado di starci dietro con la mia svogliatezza. (bell'esordio in "italiese", nulla da dire)

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