Thursday, July 08, 2004

dna: negli ultimi giorni ho sentito sia pannella che mario pirani evocare questo concetto relativamente ai comportamenti politici delle persone. per quanto riguarda pannella: lui ha spiegato che esiste in un certo qual modo una specie di imprinting ma poi le persone posso sempre "imparare una seconda lingua, meglio della prima". e cioe' discostarsi da quello che il dna politico gli impone di fare. quanto a pirani sono ben piu' preoccupato. scivolate staliniste, delegittimazioni, insulti... questo il suo modo di argomentare. per lui, uno che e' stato sotto la botta dell'alcol ha perso ogni possibilita' di fare il politico. ma pirani, se non sbaglio, non era uno dei nomi sbianchettati dal dossier mitrokhin?

in ogni caso a me questo concetto del dna risulta difficilmente "masticabile". io, come molti italiani, sono cresciuto in un humus scolastico e universitario in cui imperava ed impera tuttora un certo tipo di cultura volgarmente marxista, e percio', resomi conto di questo, sto cercando di emanciparmi con le mie mani. ma non e' facile. per me, il mio dna politico e culturale puo' essere quel miscuglio di volgarizzazioni del pensiero sinistroide, tra l'altro inquinato dalla "disinformazia". pero' quando penso al concetto di dna mi viene in mente qualcosa che sta alla base di un processo che genera prodotti, in qualche modo sempre uguali a se stessi. ma se oggi ci siamo accorti che anche il dna in qualche misura e' modificabile, non e' lo stesso per il dna culturale e politico delle persone?

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