Friday, July 30, 2004
Thursday, July 29, 2004
la cina e internet: pare che google abbia deciso di autocensurarsi pur di riuscire a mettere le mani sull'enorme mercato cinese. da leggere.
Wednesday, July 28, 2004
ernesto nathan: ricordato oggi sul corriere solo con queste parole: "politico di origine ebraica, fu gran maestro della massoneria dal 1896 al 1904 e sindaco di roma dal 1907 al 1913. si prodigo' per la valorizzazione del pensiero di mazzini nell'italia monarchica". ma... aggiungiamone delle altre, sebbene ce ne sarebbero delle altre ancora che io non ho avuto modo (e forse voglia) di tirare in ballo.
Tuesday, July 27, 2004
onu e prt: sono contento per carita' che e' andata cosi'. che il partito radicale transnazionale sia ancora all'onu. tuttavia io nel voto ci vedo una mossa conservativa della burocrazia delle nazioni unite. cioe' ad ascoltare le parole dell'ambasciatore italiano spatafora, che e' intervenuto in assemblea prima del voto mi e' sembrato di capire che, dal momento che la questione diveniva politica allora era il caso di votare in quel modo. per me la questione e' comunque politica. un voto contro il prt avrebbe dimostrato pochi giorni dopo il voto sul muro di israele, che l'onu naviga in acque molto strane. certo l'esclusione del prt non e' che avrebbe conquistato le prime pagine dei giornali, pero'...
Monday, July 26, 2004
il voltagabbana: "chi non e' di sinistra a vent'anni e di destra a cinquanta non ha capito niente". ieri sul domenicale del sole24ore. mi ha ricordato una cosa divertente di qualche anno fa.
Thursday, July 22, 2004
le case di stalin: per capire la russia di oggi che, finito il confuso decennio eltsiniano, e' entrata in una fase di autoritarismo solo formalmente democratico, e dove tira un'aria di nostalgia imperial-sovietica e di nazionalismo russo tradizionale, e utile vedere le case fatte costruire da quello che cossiga chiama il piu' grande uomo di stato del novecento.
Wednesday, July 21, 2004
chi e'? "del resto, questo e altri modi di intervento degli usa ai danni dei popoli e delle nazioni che aspirano all'indipendenza non sono certo un'eccezione, ma, specialmente nell'america latina, la regola. chi non ha presenti i brutali interventi in guatemala, nella repubblica dominicana e in tanti altri stati? e chi non sa che cuba socialista, con la sua fermezza e con la sua unita', e grazie anche alla solidarieta' e al sostegno dell'unione sovietica e degli altri paesi socialisti, ha dovuto respingere per anni manovre, provocazioni, boicottaggio economico, attacchi diretti al suo territorio e deve essere sempre vigilante per salvaguardare ancor oggi la propria indipendenza?"
siccome non ho gli stessi frequentatori del dott. cast e dunque non mi posso lanciare in concorsi a premi ;-)) la risposta la do io: enrico berlinguer, 1973, rinascita.
Friday, July 16, 2004
ancora avi illlustri: non lo so... ma mi pare sempre che si cerchi qualche santino da appiccicare alla scrivania... ora non voglio dire che di vittorio (mitico per cofferati) non debba essere ricordato, ma a occhio e croce mi pare che da qualche tempo si rovisti nel cestino per tirare fuori i padri di una grande tradizione riformista che in italia non c'e' stata. cosi' facendo poi si rischia di (o si vuole) riproporre equilibri tipo compromessi storici, etici et similia che sono stati la rovina della nostra politica.
Wednesday, July 14, 2004
eisenhower: e le sue preoccupazioni sulla deriva militaristica del suo paese. se non mi sbaglio anche pannella in qualche occasione ha tirato in ballo ike, rievocando la sua avversione alla corsa agli armamenti. grazie ancora al freedom of information act che ha compiuto 38 anni.
Sunday, July 11, 2004
ambrosoli: (non e' quello del miele) raccontato da geminello alvi.
l'11 luglio del 1979, durante la cena di ambrosoli con gli amici alla trattoria di via terraggio, c'era il sollievo di chi finalmente siera tolto un peso. dopo tre giorni di onesta calma e furie del dettaglio, aveva finito di spiegare ai giudici americani i contorti imbrogli di sindona. la mattina dopo gli sarebbe solo restato, a lui, il commissario liquidatore della banca privata italiana, di firmare la sua testimonianza. e quella sera allora con gli amici in casa, per vedere in tv liincontro di boxe tra i massimi righetti e zanon. riaccompagnati gli ospiti poi gli tocco' di rincasare solo sulla sua alfetta blu, che c'erano ancora pochi minuti a mezzanotte. "lei e' giorgio ambrosoli?". ebbe il tempo di rispondere si' e arrivarono i colpi di pistola. inutile il girarsi; si trovo' crollato sul marciapiede ma con le gambe dentro l'auto, incredulo a rantolare sulla camicia intrisa di sangue e la carne smembrata sopra il cuore. mori' e c'erano l'indomani le foto sui giornali di quel viso stempiato, da persona per bene. lo stesso che il 14 luglio nella chiesa di san vittore avevano negli occhi i figlioletti che guardavano muti a terra e il governatore della banca d'italia paolo baffi. tra i primi ad arrivare si tolse cupo gli occhiali e, discreto lombardo, scelse le ultime file, impietrito. del governo andreotti nessuno...
verso l'una del giorno prima quando al telefono un giornalista gli chiede una dichiarazione, sindona dall'hotel pierre di new york intanto fa le smorfie, s'irrita, tronca il discorso. male e menzogna oltre certe misure pervertono la mente, riducono a marionette. il sindona che si muove a scatti, in arcaica farsa, e' gia' quello del falso rapimento inventato appena un mese dopo. e poi a ripensarci non si riuscira' a prendere sul serio, neppure il caffe' al cianuro di cui anni dopo morra', come in una recita sventata. non e' piu' il sindona che, freddo, ancora sperava da ambrosoli una firmetta. sarebbe bastato che l'avvocato non si opponesse "a un accordo tendente a provocare un intervento pubblico per sanare i debiti di sindona". e a roma si sarebbe trovato chi poteva aiutare. come del resto gia' stava aiutando chi faceva perdere, per ministeri, la documentazione per la sua richiesta di estradizione. era la roma della p2, dei parenti in vaticano, dei palazzinari, del delitto pecorelli e soprattutto del "se po' fa" democristiano. in essa sindona confidava, prima che della cosa siincaricasse un killer. certo non era la roma laica, di la malfa, il ministro del tesoro, che confortato da cuccia, blocco' l'aumento di capitale finanbro e rovino' la catena di sant'antonio di sindona. e neanche era quella di baffi, costretto sempre nel 1979, a marzo, davanti ai giudici urlanti e quindi "all'atto piu' avvilente" della sua vita, firmare la lettera di sospensione di sarcinelli in carcere.
se si e' leali alla sua memoria, nel ricordare adesso ambrosoli si dovra' pur dire anche questo. in quella storia cupa e purtroppo italianissima non ci fu solo sindona o liagire leale da persone per bene di ugo la malfa e del governatore baffi. sindona lui recito' certo la farsa grottesca del suo male. come spiegava lo stesso ambrosoli "il primo dei suoi tre errori e' che si e' creduto un gran finanziere internazionale". ma suppli' pure alle carenze di nozioni e morale, con amicizie e interessi combinati, che trovarono delle sponde anche in quel romano "si puo' fare". poi processati i romani illustri risulteranno infine innocenti e per la legge lo sono anche. ma, siano palazzinari o decrepiti dc o banchieri, si perpetuano: materia colloidale tepida, celebratrice del "se po' fa". per il gran lombardo ambrosoli invece non si poteva fare e basta. e a uomini cosi' liitalia deve il suo meglio. percio' una targa che ce lo ricordi la' dove mori' proprio ci vorrebbe.
l'11 luglio del 1979, durante la cena di ambrosoli con gli amici alla trattoria di via terraggio, c'era il sollievo di chi finalmente siera tolto un peso. dopo tre giorni di onesta calma e furie del dettaglio, aveva finito di spiegare ai giudici americani i contorti imbrogli di sindona. la mattina dopo gli sarebbe solo restato, a lui, il commissario liquidatore della banca privata italiana, di firmare la sua testimonianza. e quella sera allora con gli amici in casa, per vedere in tv liincontro di boxe tra i massimi righetti e zanon. riaccompagnati gli ospiti poi gli tocco' di rincasare solo sulla sua alfetta blu, che c'erano ancora pochi minuti a mezzanotte. "lei e' giorgio ambrosoli?". ebbe il tempo di rispondere si' e arrivarono i colpi di pistola. inutile il girarsi; si trovo' crollato sul marciapiede ma con le gambe dentro l'auto, incredulo a rantolare sulla camicia intrisa di sangue e la carne smembrata sopra il cuore. mori' e c'erano l'indomani le foto sui giornali di quel viso stempiato, da persona per bene. lo stesso che il 14 luglio nella chiesa di san vittore avevano negli occhi i figlioletti che guardavano muti a terra e il governatore della banca d'italia paolo baffi. tra i primi ad arrivare si tolse cupo gli occhiali e, discreto lombardo, scelse le ultime file, impietrito. del governo andreotti nessuno...
verso l'una del giorno prima quando al telefono un giornalista gli chiede una dichiarazione, sindona dall'hotel pierre di new york intanto fa le smorfie, s'irrita, tronca il discorso. male e menzogna oltre certe misure pervertono la mente, riducono a marionette. il sindona che si muove a scatti, in arcaica farsa, e' gia' quello del falso rapimento inventato appena un mese dopo. e poi a ripensarci non si riuscira' a prendere sul serio, neppure il caffe' al cianuro di cui anni dopo morra', come in una recita sventata. non e' piu' il sindona che, freddo, ancora sperava da ambrosoli una firmetta. sarebbe bastato che l'avvocato non si opponesse "a un accordo tendente a provocare un intervento pubblico per sanare i debiti di sindona". e a roma si sarebbe trovato chi poteva aiutare. come del resto gia' stava aiutando chi faceva perdere, per ministeri, la documentazione per la sua richiesta di estradizione. era la roma della p2, dei parenti in vaticano, dei palazzinari, del delitto pecorelli e soprattutto del "se po' fa" democristiano. in essa sindona confidava, prima che della cosa siincaricasse un killer. certo non era la roma laica, di la malfa, il ministro del tesoro, che confortato da cuccia, blocco' l'aumento di capitale finanbro e rovino' la catena di sant'antonio di sindona. e neanche era quella di baffi, costretto sempre nel 1979, a marzo, davanti ai giudici urlanti e quindi "all'atto piu' avvilente" della sua vita, firmare la lettera di sospensione di sarcinelli in carcere.
se si e' leali alla sua memoria, nel ricordare adesso ambrosoli si dovra' pur dire anche questo. in quella storia cupa e purtroppo italianissima non ci fu solo sindona o liagire leale da persone per bene di ugo la malfa e del governatore baffi. sindona lui recito' certo la farsa grottesca del suo male. come spiegava lo stesso ambrosoli "il primo dei suoi tre errori e' che si e' creduto un gran finanziere internazionale". ma suppli' pure alle carenze di nozioni e morale, con amicizie e interessi combinati, che trovarono delle sponde anche in quel romano "si puo' fare". poi processati i romani illustri risulteranno infine innocenti e per la legge lo sono anche. ma, siano palazzinari o decrepiti dc o banchieri, si perpetuano: materia colloidale tepida, celebratrice del "se po' fa". per il gran lombardo ambrosoli invece non si poteva fare e basta. e a uomini cosi' liitalia deve il suo meglio. percio' una targa che ce lo ricordi la' dove mori' proprio ci vorrebbe.
Thursday, July 08, 2004
dna: negli ultimi giorni ho sentito sia pannella che mario pirani evocare questo concetto relativamente ai comportamenti politici delle persone. per quanto riguarda pannella: lui ha spiegato che esiste in un certo qual modo una specie di imprinting ma poi le persone posso sempre "imparare una seconda lingua, meglio della prima". e cioe' discostarsi da quello che il dna politico gli impone di fare. quanto a pirani sono ben piu' preoccupato. scivolate staliniste, delegittimazioni, insulti... questo il suo modo di argomentare. per lui, uno che e' stato sotto la botta dell'alcol ha perso ogni possibilita' di fare il politico. ma pirani, se non sbaglio, non era uno dei nomi sbianchettati dal dossier mitrokhin?
in ogni caso a me questo concetto del dna risulta difficilmente "masticabile". io, come molti italiani, sono cresciuto in un humus scolastico e universitario in cui imperava ed impera tuttora un certo tipo di cultura volgarmente marxista, e percio', resomi conto di questo, sto cercando di emanciparmi con le mie mani. ma non e' facile. per me, il mio dna politico e culturale puo' essere quel miscuglio di volgarizzazioni del pensiero sinistroide, tra l'altro inquinato dalla "disinformazia". pero' quando penso al concetto di dna mi viene in mente qualcosa che sta alla base di un processo che genera prodotti, in qualche modo sempre uguali a se stessi. ma se oggi ci siamo accorti che anche il dna in qualche misura e' modificabile, non e' lo stesso per il dna culturale e politico delle persone?
in ogni caso a me questo concetto del dna risulta difficilmente "masticabile". io, come molti italiani, sono cresciuto in un humus scolastico e universitario in cui imperava ed impera tuttora un certo tipo di cultura volgarmente marxista, e percio', resomi conto di questo, sto cercando di emanciparmi con le mie mani. ma non e' facile. per me, il mio dna politico e culturale puo' essere quel miscuglio di volgarizzazioni del pensiero sinistroide, tra l'altro inquinato dalla "disinformazia". pero' quando penso al concetto di dna mi viene in mente qualcosa che sta alla base di un processo che genera prodotti, in qualche modo sempre uguali a se stessi. ma se oggi ci siamo accorti che anche il dna in qualche misura e' modificabile, non e' lo stesso per il dna culturale e politico delle persone?
Monday, July 05, 2004
prima pietra: michael bloomberg, sindaco di new york, ha posto a ground zero la prima pietra della freedom tower, l'edificio che sorgera' dove un tempo si erigevano le due torri gemelle del world trade center. il blocco in granito, arrivato giorni fa dall'adirondacks, una zona montuosa che si trova a nord dello stato di new york, pesa oltre venti tonnellate.
Thursday, July 01, 2004
poesia: metto una mia (straordinaria ;-)) ) composizione in risposta ad una serie di insulti ricevuti a gratis. titolo: "la prossima volta". la prossima volta che incrocio quegli occhi, giuro, mi fermo a parlare. la prossima volta pero', di nuovo, non ce la potro' fare. la prossima volta che avro' voglia di sognare, so con chi dovro' trattare. la prossima volta, lo faro'. la prossima volta che sento pargoli invocare l'aiuto di papa' la prossima volta, lo giuro, diro': ma dai, andiamo avanti da soli la prossima volta saremo capaci di camminare insieme a papa' la prossima volta lui dira' venite con me. la prossima volta che andro' a cercare ristoro meridionale la prossima volta sapro' con chi dovro' parlare la prossima volta lo avvertiro', e il felsineo nomenclato mi aiutera' la prossima volta lo fara'. la prossima volta non lo fara'? ma come, ai miei inviti non rispondera'? la prossima volta diro': tu che sei costi' ani'ma viva partiti, e vieni con me la prossima volta lo diro' ed accettera', e finalmente sorridera'. la prossima volta... se ci sara'.
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