Thursday, March 31, 2005

giordano bruno, il processo: già che ci siamo... «nelle mie opere si trovaranno scritte molte cose, quali saranno contrarie alla fede cattolica, e che parimenti ne i raggionamenti avrò dette cose ch’avranno potuto portare scandalo, ma però io non ho detto, né scritto queste cose ex professo, né per impugnar direttamente la fede cattolica, ma fondandomi solamente nelle raggioni filosofiche. il praticar che ho fatto con heretici leggendo, raggionando, e disputando sempre ho trattato di materie filosofiche, né mai ho comportato che da loro me sia trattato da altro, anzi che per questo sono stato ben visto da calvinisti, da lutherani, e da altri heretici perché me tenevano da filosofo e vedevano che non impacciava, né me intrometteva nelle loro opinioni, anzi che da loro era tenuto piú tosto de nessuna religione piutostoché io credesse quanto tenevano loro, il che concludevano, perché sapevano che io ero stato in diverse parti senza haver communicato, né accettato la religione di alcuno di loro. io ho tenuto e tengo che l’anime sieno immortali, e che sieno substantie subsistenti, cioè l’anime intellettive e che catholicamente parlando non passino da un corpo all’altro, ma vadino in paradiso o in purgatorio o in inferno; ma ho ben raggionato e seguendo le ragion filosofiche, che essendo l’anima inesistente senza il corpo e inesistente nel corpo possa col medesimo modo che in un corpo essere in un altro e passar da un corpo in un altro, il che se non è vero, par almeno verisimile secondo l’opinione di pitagora. queste spezie di religiosi li quali insegnano li popoli a confidare senza l’opera, la quale è fine de tutte le religioni, essere piú degna di essere estirpata dalla terra, che serpi, draghi ed altri animali perniziosi alla natura umana: perché li popoli barbari per tal confidenza devengono cattivi cosí persuasi. non posso dir male della vita e miracoli di christo suo capo et però non ho mai detto male di christo né della fede catholica cristiana e manco ho detto e tenuto che le religioni non siano buone, anzi le ho tenute et tengo per buone».

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