Tuesday, January 18, 2005

sono un radicale di sinistra: quest'anno il partito radicale celebra 50 anni di vita politica. nel panorama italiano si tratta probabilmente dell'unica forza politica che non si è trovata a fare i conti con un passato da rinnegare, da abiurare, o nella migliore delle ipotesi, su cui tacere. in questi 50 anni, almeno a quanto mi sembra, la discussione identitaria sull'essere di sinistra o di destra non ha mai trovato largo successo tra dirigenti e militanti. in questi giorni è tornata di moda ma sempre in una chiave precisa e non di posizione: troviamo qualcuno per fare un pezzo di strada insieme su questioni chiare di programma. e in questo caso si è dato rilievo al problema gravissimo della illegalità nella raccolta firme per la presentazione delle liste nelle elezioni regionali. in merito è stato prodotto un dossier distribuito a chiunque tra le forze politiche ne fosse interessato. dunque non esiste questa questione della distinzione identitaria tra destra e sinistra tra i radicali. tuttavia lo stesso marco pannella in alcune occasioni ha parlato di idee e progetti che potevano riconoscersi per esempio nel bagaglio di quelle che gli storici hanno chiamato destra e sinistra storica. è notorio che se si va a cercare in quelle esperienze saltano subito agli occhi le straordinarie differenze con quanto oggi chiamiamo centrodestra e centrosinistra. senza fare troppe sottigliezze storiografiche, se vogliamo identificare le esperienze politiche con questi due nomi, destra e sinistra, in modo diciamo nobile, verrebbe la voglia di definire l'esperienza di destra come quella della conservazione, del concetto negativo dell'uomo visto come essere errante, che vive appunto nell'errore e che va dominato con la forza. nella sinistra invece si potrebbero identificare coloro che si muovono per il progresso e la trasformazione delle regole, per favorire l'allargamento della libertà individuale. se la mettiamo così, non ho dubbi a dire che i radicali sono di sinistra. se poi vogliamo dare uno sguardo a ciò che accade ora, hic et nunc, l'unica cosa che possiamo dire è che essi dovranno quanto prima candidarsi a sostituire coloro che oggi si dicono di sinistra, piuttosto che scendere a patti con essi. chiudo con un paio di citazioni che potrebbero servire da spunto in questa idea di nuova sinistra: diceva ad esempio gobetti: “all'individualismo [...] si è sostituita la morale della solidarietà, che è una specie di calcolata complicità nel parassitismo”. un saluto poi con carlo rosselli: “la libertà non accompagnata e sorretta da un minimo di autonomia economica, [...] non esiste per l'individuo. è un mero fantasma. l'individuo in tal caso è schiavo della sua miseria, umiliato dalla sua soggezione, e la vita per lui non può avere che un aspetto e una lusinga: il materiale”.

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