Tuesday, September 27, 2005

calissano\2: prosegue sui giornali la valanga di moralismi sulla vicenda dell’attoruccio e la ballerina. un esempio dal numero del corriere della sera di oggi: “depressione la sua malattia, cocaina il suo rifugio, dice l’avvocato, che non esclude di richiedere per calissano una perizia psichiatrica che aprirebbe la strada a una estrema linea difensiva: la seminfermità mentale. prima, però, bisogna ricostruire il sabato notte iniziato in casa di calissano e continuato fra locali, night, appuntamenti volanti, per trovare la sua conclusione ancora nella residenza «le rocche». per un ultimo tour di «pippate», come gli amici di quella notte, ora testimoni, hanno raccontato alla polizia. un fiume di coca che, mischiata a tranquillanti (sembra il minias), ha provocato la morte di ana lucia bandeira bezerra”. a parte la scelta dell’avvocato carlo biondi, sicuramente discutibile, di seguire la via dell’infermità mentale, direi che si continua a fare della condanna morale la motivazione per sbattere in galera un individuo. se si legge infatti l’articolo del corriere non si trova una, dico una, notizia che possa far pensare allo spaccio di cocaina, mentre sia l’articolo del corriere che gli altri grondano di particolari che descrivono il cosiddetto “festino”, in cui attorucolo e amici e amichette hanno consumato, ma non venduto cocaina. e il consumo in italia è consentito. la legge punisce gli spacciatori e non i consumatori di droga. la legge non serve per condannare stili di vita che non si condividono. ognuno in italia, almeno fino ad oggi, è libero di condurre lo stile di vita che ritiene adatto per sé. e le leggi non interessano questo aspetto della vita dei cittadini.

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