Thursday, November 03, 2005

ordine dei giornalisti: rimetto un post di più o meno un anno fa che mi pare più che mai attuale, per parlare dell'italia bloccata degli ordini e delle professioni. la professione di giornalista in italia e' regolata dalla legge 3 febbraio 1963 n. 69. secondo questa legge l'attivita' giornalistica e' un'attivita' intellettuale, caratterizzata dall'elemento della "creativita'" (dunque non quello della necessita' di raccontare le cose come stanno: vedi le 5w del mondo anglosassone). la legge riconosce poi la "rilevanza sociale del giornalismo" e impone, a chi lo eserciti in forma professionale, di iscriversi obbligatoriamente in un albo. l'ordine dei giornalisti esiste solo in italia. nel 1908 c'e' il primo riconoscimento giuridico della professione e la nascita del primo albo, che viene poi recepito in sede contrattuale nel marzo del 1925 (attenzione: siamo al III anno dell'era fascista) quando fra la federazione della stampa e gli editori fu firmato un accordo che prevedeva la costituzione presso ciascuna associazione regionale di un comitato di giornalisti e editori per la compilazione dell'albo locale. nella capitale venne costituito un comitato d'appello per giudicare sui ricorsi avverso l'esclusione dagli albi locali. come si vede, gia' prende corpo quello che sara' il concetto di totalitarismo che nell'opera di governo di mussolini sara' centrale: editori e professionisti si uniscono in un comitato comune al fine di realizzare l'intento comune della costruzione dell'italia fascista. il regio decreto del 1928 prevedeva un albo dei giornalisti suddiviso in tre distinti elenchi: i professionisti (cioe' coloro che da almeno 18 mesi esercitavano esclusivamente la professione giornalistica), i praticanti (coloro che pur esercitando esclusivamente la professione non avevano raggiunto l'anzianita' di 18 mesi o i 21 anni di eta') e i pubblicisti (coloro che esercitavano, oltre all'attivita' retribuita di giornalista, anche altre attivita' o altre professioni). come e' evidente l'ordinamento professionale attuale mostra una forte continuita' con quanto avveniva in passato (e che passato!). certo, oggi l'albo non e' piu' gestito da un comitato di 5 membri nominati dal ministro di grazia e giustizia di concerto con il ministero dell'interno e delle corporazioni, come invece avveniva in epoca fascista. caduto il fascismo viene ricostituita la federazione della stampa (26 luglio 1943). nel 1944 con un decreto si sostituiscono i comitati interregionali per l'albo e la commissione superiore per la stampa con una commissione unica, avente sede a roma, alla quale veniva affidata la tenuta degli 11 albi regionali e interregionali e la disciplina degli iscritti. la commissione rimane in vita fino al 1963, quando arriva la legge ancora in vigore.

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