Tuesday, November 15, 2005

Verba volant scpripta manent. Ovvero, le dittature contro internet: «In questo periodo Ahmadinejad ce l'ha con gli sms. Sì, avete capito bene, i messaggini che si inviano col cellulare sono al primo posto nell'agenda dei nemici da sopprimere degli ayatollah iraniani. Il governo sta studiando un modo per controllare, o abolire del tutto l'uso dei messaggi in tutto il Paese. I giornali li possono chiudere, ma non possono impedire alla gente di scambiarsi messaggi via cellulare. Almeno per ora. Il ciclostile, le fotocopie lasciano tracce, il messaggio via sms non ha bisogno di carta e inchiostro, è veloce e volatile come l'aria, sfugge alle maglie soffocanti della censura».

Ancora: Dal 16 al 18 Novembre si terrà a Tunisi la sessione finale del Summit Mondiale sulla Società dell'Informazione convocato dalle Nazioni unite. Cina, Cuba, Iran e Arabia Saudita (stiamo parlando quindi di dittature et similia) hanno eretto varie barriere all'uso di Internet, compreso il blocco dei contenuti sui motori di ricerca sulle parole “democrazia” e simili. Questi paesi chiederanno che l'Onu ponga dei limiti all'immisione dei contenuti della rete, prendendo come spunto il fatto che gli Usa avrebbero il monopolio del sistema. Oggi lo spazio web è gestito dall'Internet corporation for assigned names and numbers (Icann), fondato negli Usa nel 1998, ma nessuno mai ha nemmeno in sogno posto un limite sui contenuti online. I paesi di cui sopra chiedono che l’Onu metta il cappello sulla rete, secondo le loro richieste di restrizione e controllo. La richiesta, guarda un po’, riguarda la rete e non gli altri media. La rete, come gli sms anche se in modo diverso, ha nella sua atemporalità e fisicità non facilmente identificabile l’aspetto meno controllabile. Come dicevo mesi fa, quello che i fascismi temono è proprio il volant dei verba, l’oralità, in qualche modo rappresentata e realizzata dalla rete, che è inafferrabile, e perciò stesso libera intrinsecamente, rispetto all’immobilismo e alla finitezza (pur nella enormità delle interpretazioni) degli scripta. Su questo i radicali hanno organizzato qualcosa di importante.

Ps. Per Adinolfi che mi vede ridotto al silenzio… beh, come vedi non è così. Vorrei scrivere, e siccome non siamo nel Pnf, nessuno me lo impedisce, è che spesso ho altro a cui dedicarmi.

Ps2. (da oggi, ho deciso, ritorno all’uso delle maiuscole, in fondo hanno la loro utilità)

4 comments:

JimMomo said...

meno male. per le maiuscole.
:-)

perdukistan said...

Parte dal forum radicali.it l'appello all'organizzazione di un presidio davanti all'Ambasciata di Tunisi in Italia (Via Asmara n°7 a Roma) in sostegno all'appello del Partito Radicale transnazionale che ha lanciato un digiuno di tre giorni in solidarieta' con otto militanti dei diritti umani tunisini in sciopero della fame dal 10 ottobre scorso.



Alla vigilia del Summit di Tunisi il Partito Radicali aveva appreso dagli amici californiani di IPJustice appena sbarcati in Tunisia, e coi quali il PRT ha in programma un incontro parallelo il 17 novembre su "e-democracy in a peer to peer world", che il sito RadicalParty.org e' inaccessibile dai computer tunisini.

Marco Perduca, dal suo blog Perdukistan lancia un appello a tutti i blogger dell'area radicale, da jimmomo a michelembo, da simplicissimus a capperi a malvino a camillo perche' facciano conoscere nella blogosfera da right nation a toque-ville, da indymedia al volontariato cattolico fino a raggiungere le webradio piu' disparate, il digiuno di lotta lanciato dal Partito Radicale in occasione del Summit di Tunis e i presidi di sostegno previsti davanti all'Ambasciata Tunisina a Roma e alle altre rappresentanze diplomatiche tunisine in Italia.

Per ulteriori informazioni www.radicalparty.org

perdukistan said...
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perdukistan said...
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