omaggio al rodari di c'era due volte il barone lamberto:
c'era due volte il barone lamberto franchesini calamandro da pizzoli. perche' due volte, si chiederanno i miei quattro stupiti ed affezionati lettori. due volte perche' il gentile lamberto, come tutti gli uomini del mondo, vedendo arrivare le nebbie della fine, non si voleva rassegnare a togliere le tende dalle pene terrene, e andava cercando di inventarsi qualcosa. che' quella che aveva dietro le spalle per lui non fu poi neanche una vita cosi' penosa lo sapeva anche lui. nato da una famiglia non certo di poca influenza che aveva avuto tra le mani alcuni pezzi del potere del regno delle due sicilie, il nostro lamberto, dentro questa tradizione si era trovato bene. crescendo poi si era inventato un nuovo modo di essere importante che non era proprio quello degli avi ma funzionava bene lo stesso.
e dunque negli ultimi anni andava pensando e ripensando a come scavalcare quella che, sempre per tutti gli uomini del mondo, era l'ultima soglia. fu cosi' che un giorno, seduto per caso sopra un sasso della sua isoletta di famiglia nel bel mezzo del lago di bolsena, si era reso conto di provare un forte benessere, ma proprio fisico, udendo il suono del suo nome pronunciato da quella povera disgraziata della sua serva. la domestica che la famiglia, con poco riguardo, gli aveva messo tra i piedi.
da quel giorno provo' a ripetere l'esperimento. si trovavano sempre allo stesso posto, sulla pietra, con l'acqua del lago che lambiva i loro piedi, e lei senza sapere bene il perche' si metteva a ripetere: "lamberto, lamberto, lamberto..."
e lamberto si sentiva proprio meglio. not? di li' a poco che le rughe andavano assottigliandosi e il volto sembrava pi� disteso.
tanto per provare, cos? sempre come esperimento, lamberto comincio' ad organizzare meglio la questione. se occorreva che il suo nome fosse ripetuto si poteva pure fare. del resto i mezzi non mancavano. di li' a poco i "dicitori" furono organizzati in una vera e propria attivita' produttiva. sembrava di essere in uno studio radiofonico. con stanze insonorizzate e microfoni ovunque. tutto perche' i dicitori potessero vuotare il sacco di cui lamberto succhiava il contenuto.
e i dicitori poi tutto sommato non � che si trovassero male. erano ben pagati, il lavoro non era duro e nemmeno difficile. facevano il loro turno, regolato sindacalmente per carita': due ore a dire: "lamberto, lamberto, lamberto..." e un'ora di riposo.
(segue)
Wednesday, July 16, 2003
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